Il ponte d'oro di Firenze
Portato via dalla corrente, ricostruito in pietra, devastato da un'esondazione, ma risparmiato da Hitler: la storia del medievale Ponte Vecchio è assai turbolenta. Durante il Medioevo lo spazio era talmente poco che case e negozi vennero costruiti sul ponte, sopravvivendo nel corso dei secoli. E il passaggio segreto del libro di Dan Brown "Inferno" esiste davvero.
Il passaggio segreto dei Medici
Per i Medici, la famiglia di banchieri che governò Firenze per 3 secoli, il Ponte Vecchio era un collegamento importante tra i palazzi in cui vivevano e lavoravano, separati dall'Arno. L'unico problema era che il ponte era frequentato anche dalla "gentaglia". Così Cosimo il Grande commissionò all'architetto Giorgio Vasari la costruzione di un passaggio sopraelevato lungo un chilometro, il Corridoio Vasariano, che si estende sopra il fiume e attraversa gli Uffizi e i Giardini di Boboli. La costruzione del corridoio prevedeva che venissero distrutte le ultime torri difensive rimaste all’estremità sud del Ponte Vecchio, ma la famiglia che vi abitava si oppose, così questo passaggio venne infine costruito intorno ad esse. I Medici potevano andare da Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti in tutta sicurezza, ma il fetore di carne marcia continuava ad infiltrarsi attraverso le piccole finestre. Perciò sul ponte vennero proibite macellerie e concerie e da quel momento i negozi furono affidati a orafi e gioiellieri. Fra l'altro, secondo la tradizione, la parola "bancarotta" deriverebbe proprio dall'affitto di questi negozi: se un negoziante non riusciva a pagarlo, il suo banco veniva rotto.
Un ponte risparmiato da Hitler
Verso la fine della Seconda Guerra Mondiale i Nazisti batterono la ritirata in Italia. Tutti i collegamenti importanti di Firenze vennero barricati ad eccezione di Ponte Vecchio. Si dice che a ordinarlo fu lo stesso Adolf Hitler, che era rimasto affascinato dal ponte durante una visita precedente. In occasione del suo arrivo, Mussolini aveva fatto allargare le finestre del Corridoio Vasariano, in modo che l'amico tedesco potesse ammirare il panorama sul fiume. Dopo che tutti gli altri ponti sull'Arno furono fatti esplodere, questo secolare monumento fu risparmiato per volontà dello stesso Hitler.
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