La fiammeggiante Baku

L’Azerbaigian è conosciuto anche come la “Terra del Fuoco”. Intorno alla capitale Baku è semplice capire perché: i giacimenti di petrolio e gas nelle regioni circostanti sono enormi. Le fiamme sgorgano dal terreno ad Absheron, la penisola del Mar Caspio dove si trova Baku.

Natura
Fiamme e fuoco eterniFiamme e fuoco eterni

Yanar Dag, la “montagna di fuoco”

Appena a nord di Baku, il paesaggio aspro e monotono della penisola è interrotto da un curioso fenomeno naturale: una collina in fiamme. Il gas che fluisce dalle colline è in fiamme da tempo immemorabile. Le riserve sono così ampie che potrebbero continuare a bruciare per secoli. Le prime descrizioni di questo luogo, Yanar Dag (che significa “montagna in fiamme”), sono state ritrovate nei manoscritti dell’esploratore Marco Polo, risalenti al XIII secolo. Vale la pena svegliarsi presto per ammirare questo fenomeno: poco prima dell’alba le fiamme arancioni creano uno splendido contrasto con il blu del cielo.

Il flusso di fango di un vulcanoIl flusso di fango di un vulcano

Vulcano di fango

Sebbene fango e fuoco raramente vadano d’accordo, esiste davvero un vulcano di fango esplosivo. Questo insolito fenomeno geologico si verifica solo in pochi luoghi in tutto il mondo, ma mai con la frequenza di questa zona, lungo la costa del Mar Caspio, in Azerbaigian. Ne potrà trovare diversi appena fuori Baku. Un vulcano di fango viene creato quando una bolla sotterranea di gas e fango trova una via d’uscita attraverso un punto debole nella crosta terrestre. A volte questo processo è accompagnato da un’enorme esplosione. Nel 2001, da un vulcano di fango in Azerbaigian è improvvisamente scaturita una fiamma alta 300 metri.

Il tempio di fuoco di AtashgahIl tempio di fuoco di Atashgah

Fuoco sacro

Potrà trovare ulteriori fiamme nel tempio di fuoco di Atashgah, situato vicino alla stazione ferroviaria nel sobborgo di Suraxani. Per secoli, l’onnipresente fuoco è stato venerato dagli zoroastriani, seguaci di una delle più antiche religioni del mondo. Il tempio venne abbandonato solo nel 1883, quando lo sviluppo di una moderna prospezione di gas nella regione interruppe il flusso naturale del gas verso il tempio. Oggi il tempio è un monumento nazionale.

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